Glowworm Caves: il cielo in una grotta
Un'esperienza unica in Nuova Zelanda
Nel buio, all’improvviso, un firmamento. Un brulicare di minuscole luci a formare come un cielo stellato. Lì, nella più totale oscurità, costellazioni intere, galassie e pianeti. È lo spettacolo unico e in gran parte sconosciuto delle Glowworm Caves, in Nuova Zelanda. Queste antiche grotte, note già ai Maori, rappresentano una realtà pressoché unica e assolutamente da vedere. Due le tappe da non perdere: le Waitomo Glowworm Caves, nella parte settentrionale del Paese, e le Te Anau Glowworm Caves, nel Sud della Nuova Zelanda, nei pressi del Milford Sound.
I cuniculi di Te Anau, riscoperti nel 1948, si raggiungono passando su alcune passerelle in legno sotto le quali scorre un torrente (Te Anau, in lingua maori significa “grotte con una corrente d’acqua turbinante”). A Waitomo le grotte, molto antiche, permettono inoltre di ammirare, oltre a concrezioni e antri, un bellissimo spettacoli di stalattiti e stalagmiti di grandi dimensioni.
In entrambi i casi, dopo aver ammirato canyon e concrezioni, si sale a bordo di speciali zattere per proseguire il viaggio sull’acqua. È da questo momento che, a poco a poco, ci si immerge nel buio più completo e nel più totale silenzio. Non un raggio di luce dall’esterno, non un riflesso nell’acqua. Impossibile far adattare gli occhi per sperare anche solo di intravedere qualche contorno.
Solo oscurità sopra e sotto, lo sciabordare della corrente e i movimenti esperti della guida, in grado di far muovere lentamente la barca verso la destinazione. Poi, dal nero più totale, una volta illuminata di stelle. Chissà se i maori, a suo tempo, non abbiano visto in questi anfratti della terra una magica spiegazione al firmamento celeste.
La realtà, ovviamente, è molto diversa, ma non meno affascinante. Questo microcosmo luccicante è dovuto al lavoro paziente della larve di una mosca particolarissima (Arachnocampa luminosa), anzi pressoché unica nel suo genere e tipica solo di alcune zone di Australia e Nuova Zelanda. Nella luce che autoproducono, questi animaletti fluorescenti hanno trovato l’esca ideale per catturare piccoli insetti. Nutrendosi così, trovano l’energia necessaria per passare da larve a pupe e quindi ad esemplari adulti, in grado di volare verso a luce. Per raggiungere il loro scopo, le Arachnocampa tessono lunghi fili di seta punteggiati da uno speciale muco. Minuscoli fili perlati che dondolano nell’oscurità, riflettendo e moltiplicando la luce prodotta da queste larve. Maggiore è la fame della larva, più il suo corpo brilla, attraendo insetti nella trappola mortale. Un affamato cielo di stelle insoma, in attesa di un'ignara preda.
Lisa Ciardi
15 luglio 2014