Fermate il mondo, voglio scendere... a Linosa
Luci e ombre di un angolo di paradiso
A Linosa non ci vai per vedere qualcosa. C’è molto da vedere, certo. Ma a Linosa ci vai per un altro motivo. Ci vai, semplicemente, perché è Linosa. Un angolo di mondo fuori dal mondo. Lontana dalla costa, da ogni costa, con un unico, piccolissimo, centro abitato: una scuola, una farmacia, un albergo, una pizzeria e due bar, quasi tutti affidati alla stessa famiglia, gli Errera. Gli approdi invece sono due, anzi tre contando il molo di Cala Mannarazza, perché qui il mare è una cosa seria.
Di solito, quando vai in un’isola, per quanto possa essere piccola, hai la sensazione che la terra prevalga sul mare. Qui no. Qui è un po’ come stare in barca. Intorno a te senti il mare, prima di tutto, e i tuoi piedi piantati a terra ti sembrano molto meno saldi.
Linosa ha una sola spiaggia, nera come la pece, stretta fra cangianti lingue di lava solidificata e il bianco delle onde. Ma i posti per tuffarsi non mancano. Sul lato opposto dell’isola, sulla costa nord-orientale, il mare ha scavato nella roccia profonde piscine naturali. Qui, nell’acqua cristallina ci si può immergere in picccoli acquari naturali pullulanti di vita. In fondo, ma a volte non tanto da impedire un’immersione in apnea, le piscine sono collegate al mare aperto. Sulle nere rocce laviche, intorno alle polle d’acqua più piccole, le gallinelle di mare si fermano per uno spuntino, poco intimidite dai turisti, quasi sempre pochi.
Per chi preferisce il mare libero, poco lontano da Cala Mannarazza, la lava si è solidificata a ondate successive, creando una dolce scala naturale che scivola lentamente verso il largo. E poi c’è il molo, da usare per un tuffo nel blu.
Mare, mare e mare. Poi una pedalata fra i cactus che combattono per togliere spazio alla lava, alternati da perfetti rettangoli bianchi dai bordi colorati: le case di Linosa. Dormire qui vuol dire conoscere il silenzio e il buio perfetti, rotti solo dal fragore del mare e dal luccichio delle stelle. E poi i mille colori del centro abitato, con le sue finestre incorniciate, i pescatori, ma anche un’attenzione svizzera all’ordine e all’innovazione. Perché se a Linosa vi aspettate solo anziani intenti a rattoppare le reti vi sbagliate. Quest’isola è fatta anche di bici elettriche di ultima generazione e di un grande sforzo per promuovere il turismo usando internet. Non è facile, perché la terraferma è davvero lontana. E se provi a dire a un linosano: “Questo posto è un sogno”. Ti risponderà “Dite tutti così. Poi però state molti più giorni a Lampedusa”. È vero. Da Linosa si parte presto. Sempre troppo presto. Eppure, ogni volta, si giura di tornare.
Lisa Ciardi
3 gennaio 2014