Washington, la capitale-monumento
Una città solenne, dove gli americani fanno i conti con la loro storia
Washington dei memorial, Washington del potere, Washington della retorica e del pragmatismo americano. Se New York è la metropoli delle mille opportunità, la capitale degli Stati Uniti che non dormono mai, Washington, placida e tranquilla come il Potomac che l’attraversa è la casa del Presidente, dei mille controlli di sicurezza, ma è anche meta dove gli americani si esaltano e allo stesso tempo fanno i conti con il loro passato.
Una metropoli in provetta. Forse asettica, sicuramente meno affascinante di New York o San Francisco o Los Angeles, ma di certo un luogo concettuale. Una capitale che raccoglie tutti i simboli degli Stati Uniti, e li amplifica lungo il National Mall dentro i musei degli Smithsonian.
E poi c’è Pennsylvania Avenue, con la Casa Bianca. Iconica al pari del Lincoln Memorial. O dell’obelisco che ricorda George Washington mentre si specchia nella Reflecting pool costeggiata da vialetti ciclabili e alberi dove gli scoiattoli sono i padroni di casa.
Non ci sono però solo i presidenti. C’è tanto della storia militare di questo paese che trasuda orgoglio dalle austere pareti del Pentagono, dai marmi che ricordano le campagne della II guerra mondiale o dolore nella pietra nera del Vietnam Memorial. Tutti questi sentimenti sono raccolti e amplificati ad Arlington, dove giace il milite ignoto americano insieme 300mila altri suoi commilitoni che hanno servito il paese con onore dalla guerra di indipendenza e in tutti gli altri conflitti che hanno visto impegnati i soldati americani. Ad Arlington è sepolto anche JFK, con il fratello Robert e la moglie Jaqueline Bouvier. Un monumento nella città monumento. Ma forse il più vero. Quello del dolore dei familiari dei caduti e della dedizione
Ogni strada porta a un monumento, a un parco verde. Quartieri per lo più abitati da statali o diplomatici, downtown tranquillissima e con orario d’ufficio.
Il resto si può trovare facilmente. Un buon hotel, un buon ristorante qualsiasi siano i piatti che si vogliono mangiare un locale con musica dal vivo. Particolare l’esperienza dei mercatini per il cibo di strada come Union Market, o il deli preferito da Obama, il Ben’s Chili Bowl (probabilmente Trump non sarà così nazional popolare da fermarsi a mangiare in un semplice deli).
Ma tutte le attività collaterali sono un semplice contorno alla Washington monumentale, la città dei grandi valori americani, del Newseum, della assoluta trinità dei Marines: Dio, Patria, Corpo. Una trinità sublimata nelle mille lapidi bianche che contrastano nel prato verde di Arlington. E’ qui che si ritrovano tutti quei ragazzoni americani che non sono riusciti a tornare a casa.
Fabrizio Morviducci