Spagna e Portogallo 'off'
Un itinerario fuori dal comune alla ricerca degli eroi medievali, del fervore mistico, delle tradizioni enogastronomiche
C'è la Spagna dei cavalieri e il Portogallo dei Templari. C'è un itinerario da favola che passa da antiche città medievali, inseguendo leggende, miti e le strade consumate dai pellegrini. Un cammino a tappe per chi vuole stare fuori dalle rotte convenzionali, dell'Andalusia, del Prado di Madrid, di Lisbona e dell'Algarve. La Spagna e il Portogallo più veri, carichi di suggestioni, di esperienze sensoriali e anche enogastronomiche.
La partenza è da Madrid, che vogliate visitarla o no. Se non l'avete vista fatelo, altrimenti il consiglio è prendere un'auto a noleggio e scappare verso nord, nel distretto di Castiglia y Leon. Un condensato di castelli, monasteri e città fortificate dichiarate dall'Unesco patrimonio dell'Umanità. Segovia è la prima che si incontra, dopo aver guidato in mezzo a una campagna dove si incontrano pale eoliche che evocano la battaglia di don Chisciotte.
Splendido nella città vecchia, l'enorme acquedotto romano costruito nel I secolo ai tempi di Traiano. Realizzato in blocchi di granito assemblati a secco, regala un colpo d'occhio eccezionale sul borgo medievale. Che però ha un altro tesoro: uscendo di poco dall'abitato si arriva all'Alcazar, una rocca realizzata su uno sperone di roccia con uno strapiombo di 80 metri. Risale all'anno Mille, fu praticamente distrutto da un incendio nella seconda metà del 1800, ma è stato restaurato e la sua imponenza è un simbolo evidente di potere. All'interno c'è un museo con armi dell'epoca e opere d'arte. Curiosità: leggenda vuole (da verificare ovviamente) che l'Alcazar di Segovia sia stato fonte di ispirazione per il castello della Disney.
Il piatto della zona è il cochinillo asado, il maialetto al forno. Lo si può gustare un po' ovunque, ma il 'tempio' di questa pietanza è la Mason di Candido, aperta fin dal medioevo nella piazza prospiciente l'acquedotto.
La seconda tappa del nostro itinerario è Avila. E' affascinante perdersi per le stradine del centro storico, trovare un alloggio proprio dove i vicoli medievali si fanno più stretti per fare fino in fondo un tuffo nel passato. Avila è stata città mistica; non a caso ha dato i natali a Santa Teresa, dottore della Chiesa, ma anche città carica di storia: dai cartaginesi, ai romani, dai visigoti ai mori, tanti popoli sono passati da queste parti. Ma Avila è sopratutto le sue mura. La cinta difensiva meglio conservata al mondo, e assolutamente percorribile. In tutto, ottantotto torri e nove porte. Mura lunghe oltre due chilometri, alte dodici metri e spesse tre. Mura impenetrabili assolutamente da visitare insieme alla cattedrale.
Per gli amanti della cucina, non si può uscire da Avila senza aver assaggiato i dolcetti tipici. Si chiamano Yemas. Zucchero e torlo d'uovo per questa prelibatezza che nasce nei monasteri della città e diventa una istituzione 130 grazie a Isabelo Sanchez. La sua pasticceria, oggi in mano agli eredi, li produce ancora.
Salendo ancora a nord ovest, si entra in Galizia, e il passaggio d'obbligo è da Santiago de Compostela. Non ci arriverete a piedi come i milioni di pellegrini che nei secoli si sono cimentati nella mistica impresa, ma sicuramente vale la pena. E mettere le mani sulla colonna della basilica dove riposa l'apostolo Giacomo, è come un'esperienza fuori dal tempo e dallo spazio. Un'interfaccia con il divino che in questa città come in nessuna altra parte, si lascia immaginare dall'uomo. Santiago de Compostela è anche la sua università con più di 500 anni di storia, ma più di tutti la sua cattedrale. Tante le simbologie di questo luogo che era considerato fino alla scoperta dell'america il limite occidentale ultimo della terra, la cosiddetta finis terrae. Si tratta di uno dei grandi luoghi della cristianità, un centro mistico, dove si avverte con forza la storia dell'uomo, e le storie di quanti hanno tentato il cammino per arrivare a destinazione, con le sue idee, le sue emozioni.
Dopo Santiago comincia la discesa verso il Portogallo.
E Porto coi suoi dintorni è l'unica grande città nella quale vale la pena di fermarsi. Raggiungete la Ribeira, il cuore della città vecchia che guarda l'imponente Douro, e trovate un hotel lì nella zona. Noi abbiamo provato l'hotel da Bolsa nel pieno centro storico. Poi perdetevi per quelle stradine, fate un giro sul vecchio tram della città o sulla futuristica funicolare, non dimenticate di godete l'opulenza architettonica e decorativa della chiesa di San Francesco. Di sera avvicinatevi ai locali dove si canta il fado, oppure affacciatevi sul lungo fiume, dove potete godere della vista del gigantesco ponte di ferro costruito da Gustave Eiffel. Ma non c'è solo la storia. Porto va goduta e gustata anche per i suoi mercati alimentari, e soprattutto per il celeberrimo vino. Basta attraversare il ponte Eiffel dalla Ribeira per arrivare a Villanova de Gaia, sobborgo dove hanno sede le cantine dei più grandi produttori di vino. Questa sponda del Douro è l'approdo di tutti i navicelli che trasportano il vino dalle aziende agricole dell'entroterra ai centri di smistamento sistemati alla foce del fiume. Le cantine organizzano degustazioni di Porto, con le storie delle famiglie che lo producono da secoli.
Per chi vuole invece tentare la via della cucina popolare e dei pescatori, è consigliabile spostarsi nel sobborgo popolare di Matosinhos, e provare 'O rei da sardinha assada' (R. do Sul, 91). Calamari e sardine sulla griglia, innaffiate da 'vinho verde' come si deve.
Coimbra è la città più a sud del nostro itinerario. Città universitaria, il suo ateneo è stato fondato tra i primi in Europa nel 1290. Vale una visita, per entrare nella tradizione studentesca, coi i 'tunos', i goliardi, che girano per la città coi loro mantelli e con i loro strumenti musicali. Coimbra è il maggior centro universitario del Portogallo. Tornando indietro verso la Spagna, vale una tappa a Tomar, una piccola cittadina a est di Coimbra, dove si può visitare il Convento dell'Ordine di Cristo che fu originariamente una fortezza appartenente ai cavalieri templari. Il Convento è uno dei monumenti storici ed artistici più importanti del Portogallo, e fa parte dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco dal 1983. Il castello dei templari di Tomar venne costruito attorno al 1160 e faceva parte del sistema difensivo creato dai templari per difendere i confini del neonato Regno Cristiano dall'aggressoine dei Mori. La struttura è ben conservata e si fa ammirare per le mille simbologie ricavate in ogni sua parte architettoniche. Tra nodi di Salomone, cinti che legano colonne di marmo finissimo e sfere armillari a far da capitello, si entra nel pieno della storia.
L'itinerario finisce qua. Da Tomar si spunta a Salamanca che vale sicuramente una visita per le sue chiese, la sua università la storia dei suoi armaioli. Poi si torna indietro verso Madrid. Con più giorni si può sicuramente spaziare. Aggiungere Burgos, e i paesi Baschi per la Spagna, Fatima o Lisbona per il Portogallo. Ma il primo assaggio di magia, misticismo e storia tra Spagna e Portogallo è sicuramente quello che resterà nel cuore.
Fabrizio Morviducci
9/2/2016